Pigmenti colorati nel 2022: cosa cambia per il trucco permanente?
Anche a una persona non interessata al settore trucco permanente e tatuaggi sarà capitato di leggere, in questi giorni, titoli di giornali come “Addio ai tatuaggi colorati” oppure addirittura “L’UE vieta i tatuaggi a colori”.
Quanto c’è di vero in questi titoli? Assolutamente niente e ti spiego perché.
Il regolamento UE 2081 del 2020
Quando decidiamo di farci un tatuaggio o di sottoporci a un trattamento di trucco permanente la nostra paura è il dolore, o che magari il risultato finale non sia di nostro gradimento. Raramente riflettiamo sul fatto che in quel momento, attraverso una lesione cutanea, ci stiamo iniettando delle sostanze che rimarranno nel nostro corpo molto a lungo: pensando a questo capiamo l’importanza dei pigmenti e della loro qualità. Sia per il trucco permanente che per i tatuaggi si utilizzano pigmenti composti da un mix di sostanze chimiche che, potenzialmente, sono in grado di spostarsi dalla cute verso altri organi e provocare effetti collaterali come allergie cutanee, irritazioni e secchezza della pelle, danni al sistema nervoso.
Per diversi anni c’è stato un buco legislativo nel settore tatuaggi e non esisteva una normativa comune all’interno dell’Unione Europea: gli unici riferimenti erano due risoluzioni (una del 2003 e una del 2008) che indicavano gli standard per la valutazione della sicurezza degli inchiostri, le risoluzioni non erano in alcun modo vincolanti.
Il Reach, il documento restrittivo approvato a luglio 2020 e adottato nel dicembre dello stesso anno, è valido su tutto il territorio europeo e regola le sostanze chimiche che possono essere utilizzate in territorio UE e i quantitativi che vengono tollerati.Teniamo bene a mente le date: il documento adottato a fine 2020 è entrato in vigore il 4 gennaio 2022… non possiamo di certo parlare di una novità! Nel dettaglio la normativa introduce limiti massimi di concentrazione per singole sostanze o gruppi di sostanze utilizzate per i tatuaggi o per il trucco permanente: sono sostanze contenute in quasi tutti gli inchiostri ma non in tutti in uguale quantità.
Cosa cambia per trucco permanente e tatuaggi?
Si stima che, in seguito alla stretta sugli inchiostri per trucco permanente e tatuaggi, circa 4000 sostanze saranno eliminate dal mercato: questo significa che sarà vietato eseguire trattamenti con pigmenti colorati? Ovviamente no! Le sostanze utilizzate in passato saranno semplicemente sostituite da altre che sono meno dannose per la salute delle persone e si trovano già in commercio, i professionisti dei settori coinvolti hanno avuto circa un anno di tempo per muoversi in questa direzione e organizzare il lavoro secondo la nuova normativa. Addirittura per due colori in particolare (Pigment Blue 15:3 e Green 7) è stata prevista una deroga: non essendoci “rimpiazzi” facilmente reperibili, questi pigmenti possono essere impiegati fino al 4 gennaio 2023, data entro la quale è necessario trovare dei sostituti. E chi ha fatto un tatuaggio o un trattamento di trucco permanente con i vecchi pigmenti? Anche in questo caso niente panico: i vecchi pigmenti erano già testati e controllati, insomma erano sicuri prima e lo saranno ancora di più adesso!
Ricapitolando il regolamento 2020/2081 non vieta l’uso dei pigmenti colorati, ma stabilisce i livelli di concentrazione delle sostanze potenzialmente nocive all’interno degli inchiostri. Possiamo parlare di novità ma solo per i non addetti ai lavori (o gli addetti ai lavori davvero poco attenti)!
Crisi oppure opportunità?
Chi si occupa di dermopigmentazione e tatuaggi come affronta questo cambiamento? Nei momenti di difficoltà si può reagire in due modi: con lamentele e atteggiamento negativo, oppure in modo proattivo, cercando di cogliere le opportunità che i cambiamenti offrono.
È stato stimato che grazie alle novità introdotte dal regolamento 2081 del 2020 si potranno prevenire ogni anno circa 1000 casi di reazioni allergiche e gli altri effetti gravi ai tatuaggi: l’entrata in vigore del Reach potrebbe rappresentare una svolta e dare credibilità a un settore fortemente in crescita, ma comunque ancora visto come pericoloso o poco sicuro. Sta a ogni professionista percepire il cambiamento (e farlo percepire) come una opportunità e non come una sconfitta.
Quello che mi sento di dire io personalmente è che non posso che essere contenta di iniziative come questa, indirizzate a tutelare il benessere e la salute delle mie clienti… da sempre per me la cosa più importante!
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